Se le fiction si seguono col click del mouse (Caffé, 13.11.2011)
Certo non si può competere con giganti come AppleTv, Xbox, Google-YouTube che stanno già affilando le armi per mettere le mani sulla "tv del futuro", ma nel suo piccolo la Svizzera ha già emesso i primi vagiti in quello che molti prevedono essere un segmento multimediale di sicura espansione: la web-fiction. Pioniere è stato il giovane zurighese Karpi (v. riquadro in basso), ma anche il Ticino è entrato nella sua fase sperimentale. Se i colossi dell'entertainment prevedono uno sviluppo del mercato "net on demand" (programmi su richiesta trasmessi wi-fi dal pc di casa, tablet o smatphone alla tv domestica), anche per non perdere il segmento d'audience dei più giovani - sempre più orientati al modello di tv fai-da-te online - i videomaker del cantone per il momento si accontentano di testare le capacità produttive del nuovo mezzo.
"Oltre all'entusiasmo si può sfruttare il fattore costo, che è enormemente più accessibile di una produzione tv low cost - spiega il narratore per immagini Daniel Bilenko, giornalista Rsi che aveva visto nella sfortunata trasmissione LaTele un possibile laboratorio per testare le potenzialità multimediali -. Naturalmente parlo di miniserie web in tutti i sensi; del il mio 'Animal Jones', per esempio, sono state realizzate cinque puntate da 5 minuti l'una, ma può benissimo trasformarsi in un tormentone con il coinvolgimento di più media visto che si sviluppa tutto sul territorio". Sempre a livello sperimentale, ma forte di ben venti mini-puntate inesorabilmente finite su YouTube, anche la serie "I Centrifugati" che riprende l'idea di Camera Cafè, ma visto dall'oblò di una lavatrice. "Tutte cose veloci, facile da realizzare e senza la necessità di strumenti tecnici professionali - commenta Mario Fabio, sceneggiatore della Ventura Film che abbandona per un attimo l'ultimo film di Erik Bernasconi per sponsorizzare la serie che l'ha visto tra gli autori -. Tra l'altro molti progetti non nati con l'ottica web, un esempio per tutti Frontaliers, è proprio in rete che poi trovano il loro pubblico ideale, quello del palinsesto fai da te. Ovviamente conta avere idee originali, tempi e tecniche adeguate, ma la rete è enorme come il suo pubblico potenziale, e non è facile ritagliarsi uno spazio significativo". Anche un veterano della produzione televisiva come Guido Vanetti, già punta di diamante della Polivideo di Riazzino, guarda al fenomeno con curiosità. "La web-fiction è un ottimo strumento per testare, in modo molto più democratico, i talenti emergenti, ma senza 'spalle' di comunicazione e marketing è difficile emergere - commenta pragmaticamente -. Oltre all'esperimento, però, c'è un aspetto da non sottovalutare: un videomaker non ha più bisogno di pellegrinaggi, conoscenze, costose presentazioni in sneak preview per far conoscere il proprio lavoro. Basta caricare il filmato sul proprio sito, inviare un link e il gioco è fatto". Ed è proprio quello che hanno fatto un gruppo di studenti del 1° e secondo anno del Conservatorio internazionale di scienze audiovisive di Lugano, che hanno creato un blog (tuchefaiunascuoladicinema.blogspot.com) per diffondere quella che considerano la "web-sitcom dell'anno": l'impronunciabile "Tcfusdv".
"Un'operazione folle che abbiamo assecondato mettendo a disposizione tutti i mezzi tecnici della scuola - aggiunge divertito Adriano Schrade, direttore didattico del Cisa -. Era una buona occasione per realizzare il prototipo di quella che potrebbe essere una produzione seriale, ma anche l'opportunità di valutare la potenzialità e la fragilità di un mezzo come la web-fiction. Risulta subito evidente che il taglio di costi è netto e reale, ma quello che hai risparmiato lo devi reinvestire in marketing e promozione. Cosa che le major americane sanno benissimo."
erocchi@caffe.ch
"Oltre all'entusiasmo si può sfruttare il fattore costo, che è enormemente più accessibile di una produzione tv low cost - spiega il narratore per immagini Daniel Bilenko, giornalista Rsi che aveva visto nella sfortunata trasmissione LaTele un possibile laboratorio per testare le potenzialità multimediali -. Naturalmente parlo di miniserie web in tutti i sensi; del il mio 'Animal Jones', per esempio, sono state realizzate cinque puntate da 5 minuti l'una, ma può benissimo trasformarsi in un tormentone con il coinvolgimento di più media visto che si sviluppa tutto sul territorio". Sempre a livello sperimentale, ma forte di ben venti mini-puntate inesorabilmente finite su YouTube, anche la serie "I Centrifugati" che riprende l'idea di Camera Cafè, ma visto dall'oblò di una lavatrice. "Tutte cose veloci, facile da realizzare e senza la necessità di strumenti tecnici professionali - commenta Mario Fabio, sceneggiatore della Ventura Film che abbandona per un attimo l'ultimo film di Erik Bernasconi per sponsorizzare la serie che l'ha visto tra gli autori -. Tra l'altro molti progetti non nati con l'ottica web, un esempio per tutti Frontaliers, è proprio in rete che poi trovano il loro pubblico ideale, quello del palinsesto fai da te. Ovviamente conta avere idee originali, tempi e tecniche adeguate, ma la rete è enorme come il suo pubblico potenziale, e non è facile ritagliarsi uno spazio significativo". Anche un veterano della produzione televisiva come Guido Vanetti, già punta di diamante della Polivideo di Riazzino, guarda al fenomeno con curiosità. "La web-fiction è un ottimo strumento per testare, in modo molto più democratico, i talenti emergenti, ma senza 'spalle' di comunicazione e marketing è difficile emergere - commenta pragmaticamente -. Oltre all'esperimento, però, c'è un aspetto da non sottovalutare: un videomaker non ha più bisogno di pellegrinaggi, conoscenze, costose presentazioni in sneak preview per far conoscere il proprio lavoro. Basta caricare il filmato sul proprio sito, inviare un link e il gioco è fatto". Ed è proprio quello che hanno fatto un gruppo di studenti del 1° e secondo anno del Conservatorio internazionale di scienze audiovisive di Lugano, che hanno creato un blog (tuchefaiunascuoladicinema.blogspot.com) per diffondere quella che considerano la "web-sitcom dell'anno": l'impronunciabile "Tcfusdv".
"Un'operazione folle che abbiamo assecondato mettendo a disposizione tutti i mezzi tecnici della scuola - aggiunge divertito Adriano Schrade, direttore didattico del Cisa -. Era una buona occasione per realizzare il prototipo di quella che potrebbe essere una produzione seriale, ma anche l'opportunità di valutare la potenzialità e la fragilità di un mezzo come la web-fiction. Risulta subito evidente che il taglio di costi è netto e reale, ma quello che hai risparmiato lo devi reinvestire in marketing e promozione. Cosa che le major americane sanno benissimo."
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